giovedì 6 novembre 2008

Amsterdam mi ha rapito...


Queste strade...ho la cartina ma mi piace perdermi, tanto ti ci ritrovi sempre! Amsterdam è così piccola...oggi devo vedere una casa nel profondo west, il quartiere arabo, anche se è una bella camminata mi avvio a piedi. Anche lo studio di Shablo, il 6th Floor, è un po’ fuori, ma è il quartiere dei neri, arrivandoci a piedi puoi incontrare parchetti e corners degni di New York City. Qui però tutto ha un sapore dannatamente europeo, mi sembra che tutto respiri di futuro. Sono io o è questa città? Mi sa che mi sto innamorando...

Qui non si respira lo stress che senti a Manhattan, non c’è la tensione che respiri a East L.A., la repressione palpabile dell’Havana. Non c’è l’immobilità che regna in Italia...scusatemi, sono chiaramente innamorato di questa città.

E’ stupido pensare che Amsterdam sia un posto dove tutto è permesso e il caos regna. E’ davvero provinciale! Qui NON è tutto permesso! Si tenta di arginare con la tolleranza invece che con il proibizionismo problemi che riguardano tutte le città del mondo. I cittadini di Amsterdam raramente attraversano le vie del quartiere rosso. E’ un lato della loro città di cui chiaramente non vanno fieri. E’ abbastanza chiaro a tutti che non è la soluzione al problema della prostituzione. Anche per quanto riguarda i coffee-shop, man mano che ne conosco la storia, scopro che oggi sono solo il riflesso dell’idea all’avanguardia che rappresentavano negli anni novanta. In Svizzera, growers olandesi stanno invece da tempo studiando olii essenziali e rimedi naturali ricavati dalla canapa. Questi, sembrano oggi, i nuovi e più seri utilizzi della canapa in campo medicinale.
Mi sembra che i problemi legati alla droga e al sesso siano culturali. Non sta’ tanto allo Stato capire come “combattere” questi lati del carattere umano. E’ un problema culturale. Se la gente ha bisogno di questi sfoghi ci saranno dei motivi. Forse vanno trovate delle alternative intelligenti? Culturali ma al tempo stesso interessanti...non puoi fare una legge anti-writer!
Se la fai crea almeno degli spazi pubblici dove chi disegna possa crescere e confrontarsi. I “graffiti” nascono per cercare uno spazio nel grigio delle metropoli, sono richieste di spazi da parte di chi vuole esprimersi. In quartieri dove il diritto di espressione non è previsto.

Da “Internazionale” ho scoperto che sono Olandesi gli ingegneri che stanno studiando una sistema di dighe per mettere al riparo le coste del Bangladesh. Come i Paesi Bassi, il Bangladesh è al di sotto del livello del mare ed ogni mareggiata ne porta con sé una parte. Pensate quanti anni, una nazione come la nostra, ci sta mettendo per difendere Venezia dall’acqua? Ce la faranno mai?

Nessun commento: